Le reliquie dei Magi a Milano
Tra fine XII e XIII secolo si sviluppa un ciclo di racconti che descrive le vicende dei Magi e delle loro reliquie. Tali racconti diventano anche fonte d’ispirazione per la rappresentazione di cicli pittorici e scultorei, come ad esempio il trittico marmoreo della Basilica di Sant’Eustorgio del 1347. Stando a queste tradizioni, Elena, madre dell’imperatore Costantino, nel corso del suo viaggio in Palestina, oltre a scoprire i legni della vera croce, avrebbe ritrovato anche la sepoltura dei Magi e ne avrebbe trasferito i resti a Costantinopoli. Da qui il vescovo Eustorgio, con il consenso dell’imperatore, li avrebbe portati a Milano.
In realtà, nessuna fonte anteriore alla seconda metà del XII secolo ricorda la presenza di reliquie dei Magi nella città lombarda e se ne parla in relazione all’assedio della città (1161-1162) da parte dell’imperatore Federico I Barbarossa del Sacro Romano Impero. Le fonti, tuttavia, sono discordanti: non si indica con precisione il luogo di ritrovamento delle reliquie e si forniscono elementi che suggeriscono una originaria collocazione delle reliquie diversa dalla basilica di Sant’Eustorgio. Altre testimonianze precisano invece che da Sant’Eustorgio le reliquie vennero trasferite nella chiesa di San Giorgio al Palazzo, dove vennero nascoste nel campanile. Alla fine dell’assedio, Rainaldo di Dassel, arci-cancelliere imperiale e arcivescovo designato di Colonia, si appropriò delle reliquie e le trasferì nella cattedrale di San Pietro a Colonia.
Il furto delle reliquie dei Magi non arresta il culto rivolto ai tre re, che viene rivitalizzato dai Visconti e mai abbandonato dai frati domenicani di Sant’Eustorgio: sebbene non ci fossero più i resti dei magi, restavano tuttavia presso la basilica in ricordo dei tre re la grande arca che li aveva contenuti e, a quanto si credeva, una moneta che aveva fatto parte dell’oro donato al Bambino Gesù. Nel 1308 Lodrisio Visconti rinnovò la cappella dei Magi; la confraternita dei tre re Magi, attiva dalla metà del Duecento, nel 1347 commissionò l’ancona marmorea; nel 1405 per volontà di Giovanni Maria Visconti cappella e altare vennero restaurati. Nel 1336, probabilmente ispirato dai signori di Milano, si svolse per la prima volta il fastoso corteo preceduto da una stella, presumibilmente fissata sopra un’asta, che ancora oggi attraversa le vie della città, per concludersi presso la basilica di Sant’Eustorgio per l’adorazione del Bimbo e della consegna dei doni.
Nonostante gli sforzi successivi di Lodovico il Moro e San Carlo Borromeo, solo nel 1903 il cardinal Andrea Carlo Ferrari riuscì ad ottenere pochi frammenti ossei, deposti presso la basilica di Sant’Eustorgio durante l’Epifania del 1904.
La Realtà che Circonda la Basilica di Sant’Eustorgio
La Basilica di Sant'Eustorgio si colloca in un autentico crocevia tra passato e presente.
La Tavola di San Francesco d’Assisi
L'opera intitolata "Pigello Portinari e San Pietro Martire," esposta nella scarsella della Cappella Portinari
La Realtà che Circonda la Basilica di Sant’Eustorgio
La Basilica di Sant'Eustorgio si colloca in un autentico crocevia tra passato e presente.
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L'opera intitolata "Pigello Portinari e San Pietro Martire," esposta nella scarsella della Cappella Portinari