Colonne votive di Milano: la storia

C’è stato un tempo, più precisamente quello di San Carlo Borromeo, in cui le colonne votive di Milano erano più di 50 ma se ci guardiamo intorno oggi ne ritroviamo meno di 10. Queste colonne alla cui sommità troviamo spesso la statua di un santo, sono state per oltre 200 anni lo specchio della devozione dei milanesi. Nate e proliferate durante le grandi epidemie che funestarono Milano a cominciare dalla pestilenza del 1576-77, sono monumenti di scarso valore artistico ma di grande valore simbolico.

Le colonne votive sono destinate alla funzione di esprimere un voto, cioè una promessa a Dio: durante la “peste di San Carlo” che comparve nel 1574 in Trentino e si diffuse anche a Milano nel 1576 la paura del contagio indusse il Borromeo a chiudere le chiese e a far costruire nelle piazze diversi altari provvisori dai quali celebrare le funzioni liturgiche che i milanesi potevano seguire anche dalle finestre, senza uscire di casa. Visto il successo di questa iniziativa gli altari provvisori furono sostituiti da colonne in granito dedicate ai vescovi di Milano e presidiate dalle cosiddette «Compagnie della croce».

Nel ‘700 l’architetto Leopold Pollak attuò la demolizione di gran parte delle colonne milanesi e propose addirittura di smantellare anche le colonne di San Lorenzo perché di “mediocre bellezza”. Le colonne che si salvarono dalla furia devastatrice di Pollak furono spostate in luoghi meno soggetti a cambiamenti urbanistici. La colonna di San Carlo si trova ora in piazza Borromeo ma originariamente era situata al Carrobbio.

Delle oltre 50 colonne votive originariamente disseminate nella città di Milano, ne sono giunte fino a noi circa 10.

Colonna del Verziere
La colonna del Verziere si trova in Largo Augusto ed è stata eretta nel 1580 con la speranza che potesse fermare l’epidemia di peste di quegli anni. Alla base venivano celebrate le messe in modo che fosse possibile assistere anche per i malati. La statua del Cristo Redentore che si trova in cima alla colonna non è originale del ‘500 ma è stata collocata quasi un secolo dopo, nel 1673, ed è un’opera di Giuseppe e Gian Battista Vismara su disegno di Francesco Maria Richini (conosciuto per il progetto di palazzo Litta in corso Magenta e il Collegio dei Gesuiti che oggi ospita la Pinacoteca di Brera). Nel 1860 la colonna fu destinata al ricordo dei caduti durante le cinque giornate del 1848.

Croce di San Barnaba
In origine eretta al Carrobbio, era una semplice colonna con croce sostituita poi da una statua in rame e bronzo di San Carlo, posta sulla sommità nel 1786 e opera di Dionigi Bussola, scultore dalla discreta dignità artistica. La colonna è stata successivamente collocata in Piazza Borromeo perchè considerata d’intralcio al passaggio dell’imperatore Giuseppe II.

Colonna di Sant’Elena
Questa colonna, situata in Piazza Sant’Eufemia e sorretta da 4 cherubini, è stata edificata nel 1581 da Giovan Battista Crespi, detto il Cerano, e dedicata dallo stesso Carlo Borromeo al Redentore. Evitò la demolizione predisposta da Pollak perché ne fu ridotto l’ingombro con l’eliminazione della mensa dell’altare. Fu dedicata a Sant’Elena quando lo scultore Pietro Lasagni aggiunse in cima la statua della Santa.

Colonna di Sant’Omobono
Anche il pilastro che si trova in piazza San Nazaro in Brolo, sormontato da un monumento in granito raffigurante Sant’Omobono, protettore dei sarti e dei mercanti rientrava nel programma di demolizione del Pollack. Egli infatti lo descrisse come «Un baroccato piedistallo con un’insulsa statua» ma si salvò per miracolo e ora si trova nascosto dietro ad una rivendita di giornali.

Una delle colonne votive di Milano, come saprete, sorge proprio accanto alla facciata della Basilica di Sant’Eustorgio, nell’omonima piazza. Si tratta della colonna dedicata a San Pietro Martire.

Colonna di San Pietro
Il Santo è raffigurato con una roncola conficcata nel cranio, a simboleggiare l’agguato subìto da Pietro da Verona nel 1252 da parte di due catari che ne causarono la morte. La colonna indica anche il luogo dove San Barnaba avrebbe battezzato i primi credenti di Milano affiancato da Antalone, il primo vescovo meneghino.

Colonna di San Lazzaro
In Piazza Vetra, nel luogo in cui si trovava la forca, sorge un piedistallo in stile tardo-barocco dedicato a San Lazzaro. La “Confraternita dei conforti ai condannati” è stata incaricata per secoli della sua manutenzione, compresa la sostituzione della vecchia croce avvenuta nel 1728. La colonna è stata completata nel 1633 per volere del conte Carlo Francesco Serbelloni.

Colonna di Santa Maddalena
Una delle colonne miracolosamente sopravvissute si trova al bivio con la strada che portava a Baggio. Dedicata a Santa Maddalena, è una delle croci fatte erigere da San Carlo Borromeo come ringraziamento per la cessazione della peste del 1576-77.
Originariamente parte del quartiere della Maddalena, oggi si trova in piazza De Angeli, verso l’imbocco della via Trivulzio e sorge a ridosso di un caseggiato.

Colonna di San Babila
Stile dorico e sormontata da un leone di pietra, stemma che rimanda all’antico quartiere: è la Colonna del Leone che sorge sul sagrato della Chiesa di San Babila. Esiste una leggenda legata a questa colonna, per la quale questo leone sia stato il bottino di guerra di un fallito tentativo di conquista di Milano da parte dei veneziani.
Pare invece che rappresentasse l’antico sestiere di Porta Orientale, una delle sei circoscrizioni in cui all’epoca comunale era suddivisa la città, simboleggiata da un leone nero in campo bianco.
La colonna presenta un capitello toscano ed ha una superficie bugnata. Si erge su un piedistallo decorato superiormente sul quale appaiono le insegne dei Serbelloni: l’influente famiglia milanese che negli anni ‘30 del Seicento fece innalzare l’attuale colonna, in sostituzione del precedente e basso sostegno a forma di croce che reggeva il leone romanico.