Il restauro della Pala Pigello

pigello portinariRimanendo sulle orme di Pigello, andiamo a scoprire l’opera a lui dedicata “Pigello Portinari e San Pietro Martire”, che si trova nella scarsella della Cappella Portinari.

Si tratta di un dipinto su fondo dorato che ritrae due uomini, uno inginocchiato dinanzi all’altro, in piedi. L’opera, attribuita a Benedetto Bembo, è databile intorno alla seconda metà del Quattrocento e rappresenta il momento in cui San Pietro Martire si rivela in apparizione a Pigello Portinari. Si dice che il santo sia apparso in sogno al banchiere fiorentino dandogli l’ispirazione per la costruzione della Cappella e che per questo motivo questa era stata concepita per conservare le reliquie del predicatore domenicano insieme con le spoglie dello stesso Portinari, sepolto qui alla sua morte nel 1468.

Originariamente il dipinto è stato realizzato su una tavola di legno ed è stato poi trasferito su tela per ragioni conservative durante il primo restauro dell’800. Un altro restauro risale al 1960 mentre l’ultimo è del 2014, finanziato dalla Fondazione Atlante, un’associazione non-profit impegnata in iniziative solidali legate alla salvaguardia dei beni culturali, che ha riportato la pala al suo antico splendore.

L’opera si trovava in gravi condizioni di conservazione ed il lavoro di recupero ha previsto un intervento pittorico sulle vesti di Pigello Portinari, originariamente coperte di una lacca di rosso damasco andata perduta, la rimozione di una stuccatura al piombo che copriva i dettagli della capigliatura dei soggetti, ed ha incluso il ritorno su tavola di legno, per garantire l’isolamento dall’umidità insieme con una verniciatura speciale.

È stato conservato lo sfondo in foglia d’oro che era stato posto sulla tela nel trasporto ottocentesco.