San Simpliciano – Basilica Virginum

Nel suburbio settentrionale di Milano, fuori dalla Porta Cumensis e presso l’importante strada per Como, lo Spluga e la Renania, sorse verso la fine del IV secolo d.C. la basilica successivamente dedicata a San Simpliciano. La tradizione riferita da fonti del XIII secolo la vuole costruita per iniziativa di Ambrogio, vescovo a Milano dal 374 al 397 d.C., proseguita dal suo successore Simpliciano e dedicata alle Vergini, ma fin dai tempi più antichi venne collegato ad essa anche il culto dei martiri dell’Anaunia, tre missionari uccisi in Val di Non alla fine del IV secolo.

A conferma della tradizione della committenza ambrosiana della basilica è stata da alcuni studiosi sottolineata la possibile coincidenza cronologica tra la progettazione della basilica Virginum (basilica delle Vergini) e il concilio convocato a Milano da Ambrogio nel 393 d.C. per condannare l’eresia di Gioviniano, che negava il parto verginale di Maria.

La basilica originaria, riconosciuta al di sotto delle aggiunte romaniche e moderne, aveva la pianta a croce latina, costituita da una navata unica con abside e due locali laterali sporgenti, e copertura a capriate lignee. Un portico a U si sviluppava davanti alla facciata e lungo i fianchi della chiesa, con la quale comunicava attraverso grandi finestroni. L’alzato originario, conservato fino a 22 m, è caratterizzato da una regolare scansione di robuste arcate cieche entro le quali si dispongono grandi finestre. L’impianto architettonico mostra analogie con l’aula palatina di Treviri e secondo alcuni da parte dell’autorità ecclesiastica vi fu una voluta ricerca di contrapporre all’aula imperiale l’aula cristiana di preghiera.

A nord dell’abside si eleva un piccolo ambiente absidato e voltato a botte, costruito nei primi decenni del V secolo, probabilmente un sacello funerario destinato alla custodia di reliquie.