Giuseppe Vermiglio e il tema apostolare

La serie di dieci Apostoli conservata presso il Museo di Sant’Eustorgio fu realizzata da Giuseppe Vermiglio, pittore milanese formatosi a Roma nell’ambiente di Caravaggio, negli anni Venti del 1600 ed entrò a far parte della proprietà della Basilica nel 1666, quando, con lascito testamentario, Giovanni Battista Marone donò gran parte della sua collezione privata.

La rappresentazione del tema apostolare si diffonde nel XVII secolo in particolare nelle aree caratterizzate da una dominazione o una marcata influenza spagnola. Il tema trova, dunque, ampio consenso a Milano e in Lombardia nel corso del Seicento e numerose risultano le serie pittoriche eseguite da importanti artisti. Sebbene il tema iconografico sia di derivazione spagnola, le contemporanee raffigurazioni italiane se ne distaccano in modo sostanziale: ai brutali supplizi imposti ai discepoli dalle committenze ispaniche si contrappongono rappresentazioni semplici, quasi ideali, che mostrano i Dodici a figura singola con un solo strumento in mano a evocarne il martirio, evitandone l’ostentazione.

Questa tipologia di dipinto appare molto simile a un ritratto eseguito in un interno e si accorda maggiormente con lo stile caravaggesco, da cui il Vermiglio risulta influenzato per i suoi trascorsi romani, sebbene sia contraddistinto da una maggiore sobrietà: le composizioni si caratterizzano per la presenza di un’unica figura posta a ridosso di un muro e investita da una luce diagonale, adatte a ispirare meditazione e preghiera.

Tra le opere del Vermiglio, attivo con la sua bottega non solo in ambito cittadino ma anche sul territorio lombardo, risultano frequenti le serie di Apostoli ed Evangelisti, che vanno, dunque, ad aggiungersi alle tele di proprietà del Museo: si ricordano, a titolo di esempio, i dipinti conservati alla Pinacoteca di Brera a Milano, alla Pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano e alla Pinacoteca Repossi a Chiari (BS). Si segnalano, infine, i numerosi esemplari comparsi sul mercato antiquario.